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Mucche allevate al pascolo

La mucca è un animale dolcissimo e molto intelligente, sensibile e socievole, sia con gli altri animali che con l’uomo. Fin da bambini ci è sempre piaciuto vederle pascolare liberamente all’aria aperta, a brucare l’erba fresca in aperte vallate montane sentendole arrivare con i loro campanacci sonanti che restano impressi nella memoria.

Questa è, o almeno dovrebbe essere, la vita di una mucca in un allevamento al pascolo tradizionale, nutrita solo con alimenti naturali, come fieno, paglia, mais, avena, crusca e orzo, e questo dovrebbe essere il suo trascorso per molti e molti anni, almeno quindici di media, prima di essere utilizzata per diventare il nostro cibo. Purtroppo oggigiorno gli allevamenti tradizionali sono molto più rari, perché troppo dispendiosi e poco redditizi, ed essendo la mucca un animale molto importante per il settore agricolo (e alimentare) nelle fattorie raramente vengono trattate così bene e vivono così a lungo, da moltissimi anni ormai è molto raro vederle ancora pascolare, la maggior parte si ritrova ad essere bestiame da allevamento intensivo, chiuso in stalle-gabbie di ferro di 1 o 2 metri quadri al massimo, dove crescono e si riproducono forzatamente, senza vedere mai la luce, legate e alimentatate artificialmente con prodotti di scarto dell’industria e sottoposte a trattamenti farmacologici, sedanti e dopanti per aumentare la loro massa muscolare, e la loro aspettativa di vita media si riduce inevitabilmente a sette anni.

La qualità dei prodotti caseari, che si ottengono dal latte della mucca “da latte”, dipende ovviamente dal suo stile di vita, dal suo tipo di alimentazione e dalla sua età, certamente ci saranno differenze sostanziali nella qualità del latte e conseguentemente dei prodotti da esso derivati, in base al tipo di allevamento che ha ricevuto. Possiamo ben immaginare come la cura nel somministrargli alimenti naturali e meglio ancora biologici, possa influire sulla qualità del latte, e più le mucche sono alimentate con erba fresca, migliori saranno le proprietà nutrizionali del latte munto da esse, anche perché in esso passerebbero comunque anche tutte le sostanze tossiche derivanti dai farmaci, come del resto avviene anche riguardo all’allattamento al seno dalla mamma al suo bambino.
Stesso discorso, ma ancor più serio se pensiamo alle notevoli quantità consumate di carne l’anno pro-capite, (siamo arrivati agli 800 kg l’anno contro i 3 kg l’anno risultanti dal censimento Istat del 1861 per l’Italiano medio), riguardo agli allevamenti destinati alla produzione della carne, una fettina proveniente da una mucca cresciuta in un allevamento tradizionale non conterrà quantomeno tutte quelle sostanze chimiche con cui è stata allevata e cresciuta.
Consapevolezza quindi sempre, e prediligere acquisti di carne e prodotti caseari il più naturali possibili, per non subire anche le conseguenze dei loro trattamenti, per la nostra salute e per la natura in cui viviamo.